Il settimanale
Vita dedica un bel paginone ad una lettera del '51 di
don Gnocchi. Il fondatore della famosa
istituzione di assistenza per disabili si lamenta, fin troppo, con una sua ex collaboratrice della
deriva burocratica e tecnicistica dell'organizzazione da lui stesso creata. Una situazione da manuale: il fondatore che si trova di fronte al passaggio, inevitabile, dalla fase nascente dove prevalgono relazioni "calde" alla formalizzazione di ruoli, funzioni, processi. Che sia un passaggio difficile per chi ha costruito la struttura è comprensibile, ma dalle parole del religioso
traspare una sofferenza dovuta a un'eccessiva rigidità ad accettare.. le rigidità inevitabili del nuovo assetto. Ma se l'organizzazione don Gnocchi è sopravvissuta al suo fondatore è merito anche di un pò di sana burocrazia. L'importante è il mix di carisma e organizzazione formale, non la prevalenza dell'uno sull'altro.