giovedì 6 agosto 2009

Gli Zombie e Durkheim

La divisione delle attività umane in tanti diversi spazi di vita è forse la principale trasformazione che segna l'avvento della modernità. Campo privilegiato è stato il lavoro, oggetto di una segmentazione per specializzazione che ha raggiunto livelli ormai quasi parossistici. Per funzionare questo sistema ha però bisogno, fra l'altro, di un certo tempo e di una certa stabilità sociale che consenta di "oliare" le routine in modo che ruoli e procedure vengano interiorizzate e ulteriormente specializzate. L'avvento di situazioni traumatiche può aiutare, se non a sovvertire l'ordine, almeno a svelare le regole che ne presidiano il funzionamento e ne fissano le priorità. Su questi temi ci sono fior di saggi e analisi, ma, visto anche il periodo da ombrellone, anche la fiction aiuta. In un romanzo di Max Brooks (figlio del più famoso Mel) pubblicato nel 2006 (Cooper edizioni, ma girano anche i trailer di un film) si narra di una guerra mondiale contro un'epidemia che trasforma gli umani in zombie. Uno degli aspetti su cui si sofferma il libro, scritto peraltro come fosse un report sui fatti destinato alle Nazioni Unite ma poi rifiutato, è il modo in cui l'epidemia costringe i superstiti a ri-organizzare la loro vita in funzione della guerra ai mostri. Cambiano le priorità e con esse i ruoli e le risorse. Che ce ne facciamo dei knowledge workers ecc. quando invece servono artigiani, cacciatori, ecc.? E soprattutto di gente che sa fare una sola cosa soltanto (anche se benissimo)? Ora, la crisi finanziaria attuale non pone forse gli stessi problemi, ma la questione sì. Che può essere affrontata attraverso un classico "giro di valzer" dell'assetto esistente (con qualcuno che diventerà più importante di altri e viceversa), ma sarebbe un'occasione persa perché in realtà occorre rifondare su nuove basi il "saper fare" delle persone. Lo svolgimento di un'attività e del ruolo connesso non implica la separazione netta da altre. Il caso del prosumer (un'agente che è insieme produttore e consumatore del bene) è solo uno degli ambiti dove si potrebbe agire. A patto di poter disporre di modelli organizzativi capaci di favorire queste ibridazioni, limitandone l'inevitabile aumento dei costi di transazione e dando valore agli elementi di contenuto che invece ne potranno scaturire.

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