domenica 12 aprile 2009

A chi va il 5permille?

Tutti i giornali e le agenzie ne parlano. Tremonti ha proposto di inserire il terremoto dell'Abruzzo come una delle "causali" del prossimo 5 per mille. E' un'iniziativa controversa e non bisogna aver paura di parlarne. Non è infatti in discussione che la popolazione terremotata debba essere aiutata. Ma piuttosto il fatto che si debbano pescare risorse da un fondo già destinato a iniziative sociali e soggetto a una forte concorrenza (interna al terzo settore ma anche con gli enti locali). Da qui alcune domande (scomode). Possibile che un paese a forte rischio sismico come l'Italia non abbia un adeguato budget strutturale per far fronte a eventi purtroppo ricorrenti? Perché ricorrere sempre a risorse una tantum per di più "sottraendole" ad altre destinazioni di utilità sociale? E ancora, non era meglio che fossero le diverse organizzazioni già attive sul terremoto a concorrere per ottenere le risorse del 5 per mille? L'impressione è che il governo, come in altri casi, ha abilmente orchestrato un'operazione d'immagine, scaricandone una parte dei costi sulla società civile. Vediamo se qualcuno se ne accorge..

4 Commenti:

Alle 12 aprile 2009 alle ore 21:45 , Anonymous Anonimo ha detto...

Le merendine le paghiamo sempre noi

 
Alle 12 aprile 2009 alle ore 22:00 , Anonymous Paola ha detto...

Ciao Fla,
sicuramente Berlusconi trarrà vantaggio (in fatto di immagine personale e di partito) dalla situazione in Abruzzo... un'occasione allettante assolutamente da prendere al volo!
Staremo comunque a vedere su quale voce del bilancio familiare verranno destinati i prossimi aumenti cui poi fare ricorso per le spese di ricostruzione promesse!
Ciao e Buona Pasqua
Paola

 
Alle 12 aprile 2009 alle ore 22:14 , Anonymous NO NAME ha detto...

La Banca Mondiale chiede ai paesi industrializzati di destinare lo 0,7 per cento dei pacchetti anticrisi per interventi a sostegno di infrastrutture e welfare nei paesi in via di sviluppo più esposti. E alcune nazioni aumentano di conseguenza gli stanziamenti. Non l'Italia, dove la progressiva riduzione delle risorse rischia di togliere alla struttura di cooperazione qualsiasi incentivo a riformarsi. Soprattutto, manca un impegno politico esplicito e coerente. Sugli aiuti allo sviluppo, l'Italia agisce come una economia piccola o in transizione, non da presidente del G8.

............... Già a fine settembre, ben prima delle piccole economie europee, l’Italia ha tagliato del 56 per cento gli stanziamenti della cooperazione allo sviluppo gestiti dal ministero degli Esteri, dimezzandone l’incidenza sul bilancio dello Stato, che ha continuato a crescere del 3 per cento. Nell’anno della presidenza italiana del G8, si stima che nel 2009 l’aiuto pubblico allo sviluppo del nostro paese potrebbe raggiungere al massimo 1,7 miliardi circa di euro, lo 0,11- 0,12 per cento del Pil, quasi dimezzandosi rispetto ai livelli già insufficienti del 2008. (2) Si tratta di risorse limitate, frutto di scelte politiche più vicine a quelle di economie europee molto piccole o in transizione che a quelle di un membro del G7.
Riconoscendo apertamente le proprie debolezze finanziarie, e per giustificarsi di fronte all’opinione pubblica internazionale, la cooperazione italiana ha dichiarato di volere puntare sul miglioramento della qualità dell’aiuto, attraverso una maggiore concentrazione degli interventi.

SENZA PAROLE

 
Alle 12 aprile 2009 alle ore 22:17 , Anonymous SIGN ha detto...

Presidente Berlusconi
l’Abruzzo ha bisogno di aiuti immediati per far fronte all’emergenza di queste ore e tra brevissimo tempo dovrà affrontare il più velocemente possibile la fase di ricostruzione.
E’ per questo che un paese responsabile il 7 giugno, senza ombra di dubbio, sceglie di fare l’election day accorpando le elezioni europee, amministrative e il referendum risparmiando così quei 400 milioni di euro che potrebbero servire a ridare una casa agli abruzzesi che sono rimasti senza tetto, a ricostruire le scuole, gli ospedali e tutti gli edifici pubblici danneggiati o distrutti dal terremoto.

Sincerely,

 

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