mercoledì 25 marzo 2009

Il tesoretto dei community assets

Alle volte dimentichiamo che c'è una parte molto materiale dei beni relazionali. Case, terreni, ecc. di proprietà di e/o gestite da organizzazioni comunitarie. Sono i community assets di cui beneficiano, anche nel nostro paese, molte organizzazioni nonprofit e imprese sociali in una gamma di situazioni davvero diversificata: dai beni confiscati alla mafia (i community assets della "comunità maledetta"?) fino a strutture di enti pubblici e religiosi (monasteri, colonie estive, strutture di accoglienza, ecc.). E' peraltro una radice storica che affonda nelle forme di gestione collettiva di alcuni beni cruciali per la sopravvivenza delle comunità arcaiche (pascoli, boschi, ecc.) e di cui rimane qualche fossile organizzativo (come gli usi civici trentini). Se solo si censissero questi beni, valorizzandoli e sostenendone una gestione comunitaria (o il ritorno ad essa, evitando scivolamenti verso forme di gestione mercantili o stataliste) ne uscirebbe davvero un bel tesoretto, utile per fare sviluppo in questa fase di crisi. In tutto questo arrivano gli inglesi che ci studiano sopra e soprattutto ci costruiscono intorno politiche pubbliche (leggi qui e qui).. Che rabbia!

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